PER LA LIBERTÁ D’ESPRESSIONE

Sabato 17 maggio in sei diverse città italiane manifestano le “Sentinelle in piedi”

Cristina  Zaccanti, 16.05.2014

IVREA – Le Sentinelle in piedi veglieranno anche in Ivrea. In piazza Ottinetti, sabato 17 maggio dalle 17.30 alle 18.30, transitando per la via Palestro nel consueto passeggio di un pomeriggio prefestivo si potrà notare la presenza di persone che stando ferme, in piedi, a poca distanza l’una dall’altra, in silenzio leggeranno un libro. Si tratta di un’iniziativa che dal mese di agosto dello scorso anno sta affermandosi in una lenta, silenziosa ma progressiva diffusione.

Sono ormai ottanta le città che sono state coinvolte e sabato 17 saranno 6, in contemporanea: oltre ad Ivrea, Bergamo, La Spezia, Cuneo, Salerno e Milano ospiteranno questa manifestazione. Ma chi sono le Sentinelle in piedi? Sono una rete apartitica e aconfessionale, costituita da donne, uomini, bambini, anziani, operai, avvocati, insegnanti, impiegati, cattolici, musulmani, ortodossi, persone di qualunque orientamento sessuale, che vogliono difendere la libertà d’espressione che, appunto, non ha religione o appartenenza politica, ma riguarda tutti e interessa tutti. Nate sull’esempio della Francia, in Italia le Sentinelle in Piedi esprimono il loro dissenso nei confronti dell’approvazione del ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato, che mette in discussione la libertà di espressione. Presentato come necessario per fermare atti di violenza e aggressione nei confronti di persone con tendenze omosessuali, il testo è invece fortemente liberticida in quanto non specifica cosa si intende per omofobia, lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione. Con questa legge chiunque faccia riferimento ad un modello di famiglia fondato sull’unione tra un uomo ed una donna, o sia contrario all’adozione di bambini da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso, potrebbe essere denunciato e rischiare sanzioni pecuniarie, detenzione, percorsi rieducativi. La veglia non rappresenta dunque un’episodica contestazione, intende piuttosto indicare uno stile di vita: vegliare con la bocca chiusa ma gli occhi aperti, nel raccoglimento di chi alimenta la propria coscienza nella lettura, ma in piedi e nelle pubbliche piazze, significa sentirsi cittadini responsabili e protagonisti del proprio presente. Nel buio di questa notte sono sempre di più le persone certe che l’alba ormai è vicina. Occorre vegliare per coinvolgere tutti in questa attesa.