ALPINI IN PRIMA LINEA PER LA LIBERTÁ

A 70 anni dalla Resistenza si onora il Battaglione Alpini Piemonte con una Targa e l’avvincente  omonimo Libro testimonianza di Franco e Tommaso Cravarezza

FABIO TERRANOVA, 11.05.2015            FOTOGALLERY

TORINO – Non è stata la solita mattina quella di martedì 4 maggio nella Caserma Monte Grappa, sede della Brigata Taurinense. Sono le 10 e davanti alla struttura, sotto la bandiera tricolore appesa sulla cinta esterna, un folto gruppo di persone è in attesa. Giornalisti, studenti o semplici curiosi aspettano che la bandiera venga liberata per ammirare la sottostante nuova targa installata in onore del Battaglione Alpini “Piemonte”. A rendere ancor più prestigiosa la celebrazione, all’interno della  caserma, si poteva ammirare la mostra “Torino e Forze Armate 70 anni fa” ed assistere alla presentazione del libro Il Battaglione Alpini Piemonte, di Franco e Tommaso Cravarezza.  

Eminenti figure nel mondo sociale di Torino e delle delegazioni delle Associazioni d’Arma prendono la parola . Giovanni Porcino, presidente del Consiglio comunale, identifica il Battaglione Alpini come «la parte migliore di una generazione che con coraggio si è assunta l’onere e il ruolo di riscattare la dignità e la libertà nazionale». E Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale, attinge dal libro scritto dal generale Cravarezza con il figlio Tommaso per  evidenziare memorabili esempi di estremo coraggio. «Valore che non può e non deve essere dimenticato –  sottolinea il comandante della Brigata Franco Frederici – in questa importante giornata: il 4 maggio, data in cui nel 1861 nacque l’esercito italiano, e nell’anno corrente 2015 si celebra il centenario della prima guerra mondiale (1915) e  il settantesimo della Seconda (1945)». Una coincidenza che dà un’idea di continuità, una memoria resa ancor più viva dalla presenza dei reduci. , sono proprio loro i veri protagonisti, seduti a qualche metro dal vessillo tricolore accanto al palco appositamente allestito per la cerimonia. Sono gli anziani del Battaglione: il generale di divisione Campanella, il generale di corpo d’armata Morena, gli allievi ufficiali Pivetta e Orlandini, il carabiniere Scatolini. Tra questi anche un’ausiliaria dei servizi sanitari, sorella Giuliani Cibrario. I loro sguardi si caricano di ricordi – risaltati dal triste grigiore del cielo come se anche i caduti potessero condividerli; la fanfara della brigata alpina  – gonfalone alla mano – suona e l’atmosfera è ormai carica quando il generale Franco Cravarezza, con voce tuonante seppur velata  da emozione, rivolge toccanti parole di ringraziamento ai reduci presenti e a tutti quei giovani che nei due conflitti mondiali hanno dato la vita «perché noi oggi potessimo essere qua». Non manca di ringraziare anche la Città di Torino e la Regione Piemonte che hanno reso possibile la manifestazione celebrativa, con tutte le associazioni coinvolte: l’Assoarma Torino, A.N.C.F.A.R.G.L. (Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione 1943-1945) e l’A.N.E.I (Associazione Nazionale Ex Internati), gli istituti  I.S.T.R.I.D (Istituto Ricerche Studi Informazioni Difesa), l’AVA (Associazione Valore Alpini), il Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della resistenza e dei principi della costituzione repubblicana e l’Associazione Nazionale Alpini (A.N. A.).

Dopo una breve omelia, il momento tanto atteso. Il presidente del Consiglio del Comune di Torino, Giovanni Porcino, e il generale Franco Frederici scoprono la targa che recita: “figli della terra piemontese volontariamente combatterono per l’Italia e la libertà”. Esplodono gli applausi del pubblico; l’emozione sui volti dei reduci si riaccende; ancora una volta emergono dai loro occhi i ricordi, che rivivono nella significativa esposizione all’interno della cinta muraria della caserma. Vi sono raccolte le uniformi, le armi e i mezzi originali utilizzati durante la II Guerra Mondiale, cimeli preziosi che aiutano a non dimenticare la tragica realtà di quel vissuto.

A seguire, sotto i portici della caserma in una vera e propria aula conferenze opportunamente predisposta, il generale Cravarezza introduce la presentazione del libro Il Battaglione Alpini Piemonte realizzato con suo figlio Tommaso grazie alle straordinarie testimonianze di alcuni reduci. Ne emerge una storia poco conosciuta, come scrivono gli autori nella quarta di copertina: “Nei mesi successivi all’8 settembre, i militari italiani sui vari fronti furono costretti a scegliere: deporre le armi o continuare a combattere. In questo secondo caso, occorreva schierarsi: e furono molti i soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri che decisero di proseguire la guerra al fianco degli Alleati”.  Si può quindi parlare di un vero e proprio “secondo risorgimento” che ha portato, con la distruzione del nazifascismo, alla più moderna Costituzione democratica. Afferma con determinazione  il generale: «Tra i primi fautori di questa rivoluzione fu proprio il Battaglione Alpini Piemonte con la costituzione del corpo a Bari, l’epica conquista di monte Marrone nella battaglia di Montecassino, l’avanzata dalla Linea Gustav alla Linea Gotica, fino all’entrata a Torino con gli Alleati il 2 maggio 1945». E chiosa con fermezza: «A loro dobbiamo quindi rendere onore  e questo è lo scopo del libro che si è potuto realizzare con il coinvolgimento dei reduci viventi.  Grande è stata la loro forza d’animo e ferrea volontà che non ha ceduto al peso dell’età per far conoscere la verità di chi ha combattuto con coraggio per  la nostra libertà». 

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Fotogallery di Carlo Cretella

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