GRECIA, IL MONDO DEGLI DEI OLTRE IL TEMPO

Attualità delle divinità olimpiche nell’opera di Angelo Fortuna

Davide Ghezzo, 13.01.2015

TORINO – In questi tempi perigliosi la fragile umanità appare quasi costretta a ripiegarsi su se stessa, a rivolgersi interrogativi scomodi, ma necessari alla sua salute psichica, etica, spirituale più ancora che a quella del corpo. Uno fra tutti: quale punto di riferimento l’uomo può assumere, che possa guidarlo negli incerti della vita, che possa fare da modello per i suoi comportamenti, da fil rouge per i suoi pensieri?

Appare chiaro alle menti avvedute che come bussola per un futuro incerto dobbiamo guardare indietro, a un passato che appare lontano nei libri e alla percezione dei giovani, ma che si rivela ricco e fecondo e attuale di suggerimenti e stimoli, su un piano non solo culturale ma anche estetico e del gusto, e perché no di una moralità diremmo spicciola. Dobbiamo guardare dunque alla salda religiosità degli antichi, così connessa al vivere civile perché animata da passione morale – quella di cui l’uomo moderno appare drammaticamente privo e bisognoso.

In quest’ottica si offre come prezioso vademecum un saggio dal titolo inequivoco, “Nel mondo greco-romano. Tra miti e leggende, di Angelo Fortuna (Edizioni Stella del Mare, Siracusa), opera paradigmatica e in qualche misura enciclopedica – se pur agile e sintetica – che rivisita il mondo e la dimensione degli dèi olimpici, fissati nella loro eterna eleganza ma anche rivissuti secondo i codici e gli stilemi della modernità.

Angelo Fortuna, fine e prestigioso letterato scrittore di numerosi saggi che puntualizzano svariati momenti della storia letteraria, ma anche fecondo autore in proprio di versi e novelle, pesca qui nel proprio ampio bagaglio culturale per offrirci uno smagliante catalogo degli dèi e degli eroi (comunque semidivini) che percorsero le strade di Grecia assurgendo nel contempo a una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio, quella in cui si offrono agli occhi ancora stupefatti dei posteri. Non dimentichiamo che l’autore in un certo senso gioca in casa, in quanto originario di una città e di una terra (Siracusa e la Sicilia) antiche destinatarie, in seguito alla seconda colonizzazione, della cultura e della tradizione mitologica-religiosa dei Greci – che si sarebbero riverberate nella civiltà romana, e tramite quest’ultima, nella civiltà europea medievale e moderna.

Ecco allora che lungo il percorso del volume – arricchito tra l’altro da ottime tavole a colori che riproducono dipinti di Paolo Morando e Fabio Amato,di cui diamo qualche esempio nella fotogallery sottostante – ci imbattiamo nelle vicende di Zeus, Era, Estia e via divinizzando, ma anche delle entità intermedie come ninfe e satiri, fino alle storie dei grandi eroi come Ercole, Teseo, Perseo, Odisseo, Enea ecc. Le storie sono inframmezzate e arricchite da capitoli riguardanti il contesto storico-culturale, relativi per esempio agli oracoli e alle cerimonie religiose, oppure alle cinque età della storia umana – secondo la cronologia di Esiodo. Centrali nel volume, spazialmente e concettualmente, sono poi le pagine riguardanti la sorte dell’anima nell’aldilà, tema su cui la mentalità greca espresse posizioni variegate e affascinanti di cui l’autore dà conto puntualmente.

Va infine segnalatala cornice dell’opera, a carattere pedagogico e didattico: si immagina che i racconti escano dalla bocca di un maestro greco, in età appena precristiana (l’anno indicato è il 10 a. C.), che si rivolge a un gruppo di giovani svegli e interessati, alle cui domande il pedagogo risponde con ampiezza e ricchezza anche di sottili divagazioni, sempre attinenti la peculiare religiosità del popolo ellenico. Perché, come dice il pedagogo stesso presentando le sue lezioni ai ragazzi: «noi siamo un popolo di credenti. La religione è stata il primo bisogno dei nostri antenati, come per voi mangiare, giocare e dormire. E poiché siamo credenti, non amiamo che si offenda e si neghi la divinità come fanno gli empi».

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