IL CARDINAL BERTONE È  SEGRETARIO DI STATO
Romano Canavese sulle orme di un canavesano illustre

GIUGNO 2006

ALESSANDRA FERRARO

«Le novità arriveranno, arriveranno presto»: parole quasi profetiche quelle che Sua Eminenza cardinale Tarcisio Bertone aveva pronunciato riferendosi al pontificato di Papa Benedetto XVI, in occasione di una bella serata a Romano Canavese nell’ottobre scorso.

Un incontro pubblico di riflessione sul passaggio tra i due pontificati, che era stato per molte persone un’occasione speciale per ascoltare e incontrare l’arcivescovo di Genova, accompagnato dal vescovo d’Ivrea monsignor Arrigo Miglio.

È doveroso, in un momento di grande gioia per la nomina a segretario di Stato di Sua Eminenza cardinale Tarcisio Bertone, ritornare con la memoria a quella sera, resa davvero speciale dalla lezione magistrale tenuta dal cardinal Bertone. In quasi due ore sono stati ricordati i grandi gesti di Papa Wojtyla, i legami di amicizia con l’allora cardinale Joseph Raztinger, prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, i primi passi del nuovo pontificato e soprattutto le sue radici profondamente radicate a Romano Canavese.

«Qui sono nato», aveva precisato,  «ho tanti ricordi che si manifestano nell’affetto di molte persone care. Mi sovviene alla memoria i momenti trascorsi in Canavese».

Figura di primo piano nel corso del pontificato di Giovanni Paolo II (basti pensare alla corrispondenza con Suor Lucia nella divulgazione del terzo segreto di Fatima, o alla risoluzione della complessa vicenda riguardante monsignor Milingo), il cardinal Bertone si è distinto anche nei tre anni trascorsi a Genova: ci ha sorpreso come telecronista alla stadio, tanto da meritarsi la tessera di cronista onorario; è sceso in pista nella discoteca allestita dai salesiani al Paladonbosco per coinvolgere, con spirito salesiano, i giovani; ha riabilitato un’icona di Genova, quel sulfureo Niccolò Paganini, «la cui fama di uomo macabro e diabolico era più frutto del clima culturale romantico in voga allora che di una reale convinzione filosofica»; ha tuonato contro Dan Brown e contro la trasposizione cinematografica del Codice da Vinci; ha bacchettato gli imprenditori, spronandoli ad investire; ha difeso i lavoratori, celebrando messa nelle fabbriche; ha sottolineato l’importanza della comunicazione per la parrocchia che deve parlare ai fedeli anche attraverso i nuovi media e quindi deve avere sito internet, posta elettronica, biblioteca multimediale; ha ricoperto in modo attivo il ruolo di presidente dell’ospedale Galliera e della Fondazione Gaslini, difendendo con determinazione le posizioni della Chiesa su temi d’attualità quali la procreazione assistita.

Ed è, a mio giudizio, proprio la terra canavesana che deve essere orgogliosa del suo cardinale, ora segretario di Stato. Orgogliosa e desiderosa di seguirne l’esempio anche nelle incombenze del vissuto quotidiano. Un esempio fatto di impegno, dedizione, sacrificio, altruismo.