LA STRAORDINARIA TESTIMONIANZA DI VITA DI CECILIA POLI

Un diario sulla via della sofferenza e della gioia durante una malattia

MARZO 2011

KRIZIA RIBOTTA

Cecilia Poli è una ragazza come tante: nasce a Brescia nel 1973, si laurea in Lingue e, inseguendo il suo grande sogno, si diploma in danza a Milano. Poi si sposa e nasce un figlio. Una storia di vita ordinaria comune a quella di molte altre giovani, fino a quando non le viene diagnosticata la leucemia linfoblastica acuta.

Il suo calvario di sofferenza ha inizio quel giorno, il 22 ottobre 2004, data con cui apre il suo libro,  Come pietra solcata dal vento. Diario di un’anima (con la prefazione della scrittrice Antonia Arslan, Paoline, Milano 2011, pp. 224, € 15,00). La lotta di Cecilia contro la morte sarà purtroppo vana: morirà dopo tre anni di malattia, il giorno successivo al terzo compleanno del figlio.

Moglie, madre e donna, una persona fragile che tuttavia non ha alcuna intenzione di perdere. «La vita non si è sospesa; è cambiata, drasticamente, ma è ancora vita e come tale vale la pena di essere vissuta al massimo», confessa annotando con dovizia di particolari le piccole grandi gioie quotidiane, quei gesti che normalmente vengono dati per scontati e che non si godono fino in fondo.

Cecilia invece li assapora uno ad uno, e, seppure lo sconforto e l’incertezza prendano più volte il sopravvento, con vigore inconsueto continua ad affrontare quei momenti così duri, ma di grande crescita, senza mai smettere, consapevole del fatto che «fino all’ultimo respiro si può dare qualcosa agli altri».

«In ogni pagina si sente la lotta, il dolore della privazione», scrive Antonia Arslan nella toccante prefazione al libro. Il lettore si trova a ripercorrere con Cecilia quel viaggio tra ricoveri in ospedale, crolli emotivi e il disperato bisogno della vicinanza con i familiari e soprattutto con il figlio.

Nonostante le ferite del corpo e dell’anima, la giovane donna non perde la propria vitalità, tanto da definire la malattia stessa una «concessione di grazia concessa a pochi, che ti porta a vivere il presente». Così, spensierata, grazie all’affetto dei suoi cari e alla fede religiosa, Cecilia diventa giorno dopo giorno una roccia, non vacilla più e riesce a trovare un magnifico equilibrio interiore che la accompagna fino alla morte.

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