LO STRANIERO IN ITALIA

Un’analisi del fenomeno dell’immigrazione

Federico Rudian, 22.03.2017              FOTOGALLERY

TORINO – È dall’omonimo libro di Albert Camus che prende il titolo la conferenza “Lo straniero”, svoltasi il 22 marzo nella Sala Consiliare di Palazzo Lascaris a Torino. Una profonda riflessione, promossa dal Comitato regionale per i Diritti Umani, sulla gestione del fenomeno dell’immigrazione nelle sue molte sfaccettature, grazie alla collaborazione di ospiti d’eccezione.

Sono intervenuti, infatti, esperti molto qualificati: Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato regionale per i Diritti Umani e portavoce del coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”Cristina Mantis, regista del film “Redemption Song” di cui sono state proiettate alcune scene, Daniela Di Capua,  direttrice del Servizio centrale dello Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, Massimo Introvigne,  sociologo e scrittore, direttore del Centro Studi sulle nuove religioni, che ha partecipato con una videointervista, e Renato Saccone, prefetto di Torino. Ha moderato l’evento Luca Rolandi, direttore della testata on line “La Voce e il Tempo”.

La conferenza si è aperta con i saluti istituzionali di Mauro Laus,  presidente Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato regionale per i Diritti Umani, e di Marco Giusta, assessore alle Pari Opportunità, che ha letto il messaggio della Sindaca di Torino Chiara Appendino.  Entrambi  hanno evidenziato l’importanza della conoscenza e della consapevolezza per non cedere agli imprenditori della paura, che sfruttano la diversità come motore di odio.

Giampiero Leo, organizzatore dell’incontro, partendo da una citazione di Papa Francesco, ha ricordato il sacrosanto dovere dell’accoglienza ma anche il diritto a non dover emigrare per forza, introducendo le problematiche principali legate al fenomeno dell’immigrazione, ovverol’importanza di risolvere i conflitti di una guerra mondiale frammentata come la stiamo vivendo oggi, i grandi guadagni delle mafie, dei governi corrotti e dei gruppi jihadisti da questo esodo, i costi dell’emergenza migranti per l’Italia e la necessità di uno stato laico per garantire veramente la libertà trasversale e inclusiva.

Cristina Mantis ha presentato alcune scene molto significative del documentario girato nei paesi di appartenenza dei migranti da cui si evince la situazione disperata che li spinge a scappare.  

Daniela Di Capua ha parlato dei costi economici e sociali, sottolineando in primis come l’accoglienza sia un dovere del nostro Stato sancito dalla Costituzione e dalla Convenzione di Ginevra. Ogni anno in Italia arrivano più di 150.000 profughi ma i posti adibiti alla loro integrazione sono solo 200.000 concentrati in poche città, la qual cosa può alimentare scontri e razzismo. Per questo, per la prima volta, si è creata un’intesa politica di alto livello per convincere i Sindaci di tutta Italia ad aderire ai programmi dello Sprar, cosa che avrebbe ricadute positive per tutti. Infatti la Di Capua ha affermato come« i loro progetti di inserimento non abbiano mai creato scontri sociali perché si basano sull’invio di piccoli gruppi subito inseriti nella realtà locale come un incontro tra persone e non uno scontro tra culture».

Ha precisato inoltre che il costo economico, benché sia alto per lo Stato, crea un indotto di cui beneficiano i lavoratori italiani: sono 8mila le persone che lavorano solo nella rete dello Sprar e quei 35 euro a persona al giorno che vengono investiti per l’accoglienza, solo 2 finiscono effettivamente nei pocket money che gli immigrati ricevono giornalmente.

Il contributo video del sociologo Massimo Introvigne ha ripreso il tema dei costi sociali sotto un altro punto di vista, parlando dello “straniero immaginario”, partendo dall’analisi del terrorismo islamico e dal fatto che ogni atto violento oggi faccia scattare nelle persone subito il dubbio che possa essere stato compiuto per motivi religiosi. Questo però sancisce già una vittoria del terrorismo, perché viene dipinto nel nostro immaginario come una piovra inarrestabile che può arrivare ovunque, ed è un’idea alimentata dalla diffusione delle fake news (notizie false, ndr).

Introvigne ha studiato il fenomeno della percezione dell’immigrazione, comparata con l’immigrazione reale, interpellando un campione rappresentativo di cittadini piemontesi, ed ha scoperto come la maggioranza sovrastimasse la presenza di immigrati nel territorio di più del doppio e credesse che la maggior parte fossero musulmani, quando invece più del 50% sono cristiani. Questo è un altro importante punto su cui lavorare per l’integrazione e l’accettazione.

In chiusura il prefetto Renato Saccone ha esordito parlando della solidarietà, non come una concessione verso qualcuno ma come qualcosa che si instaura tra persone ed è collante della coesione del nostro Paese. Non consentire la libertà di culto è un vulnus per tutti i cittadini in quanto tali e per la democrazia stessa. Ha poi continuato con una importante precisazione terminologica: contrariamente a quanto  dicono i media, non ci possono essere clandestini nei centri di accoglienza, perché se sono lì sono richiedenti asilo. Inoltre è molto difficile che tra loro si nascondano terroristi perché il mare è un muro che provoca 5mila morti ogni anno, una traversata sarebbe un rischio inutile per i mezzi di cui dispongono.

Un altro appunto sui costi, che in Piemonte sono stati ridotti a 32.80 euro al giorno a persona, data l’importanza di tenere al minimo i margini di guadagno per evitare che si infiltri la criminalità, obiettivo su cui si lavora giorno dopo giorno.

Accoglienza, Integrazione e Solidarietà non possono però limitarsi a leggi e obblighi, ma devono partire da ognuno di noi, dai gesti quotidiani e da ciò che possiamo insegnare con le parole e con l’esempio.

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Fotogallery di Carlo Cretella

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