MADRE TERESA DI CALCUTTA È SANTA!

Domenica 4 settembre, giorno di celebrazione del giubileo dei volontari e degli operatori di misericordia, si è svolta l’ultima tappa del percorso di santificazione della “Suora dei Poveri”

Fabio Terranova, 05.09.2016

CITTÀ DEL VATICANO 13 capi di Stato e delegazioni di 15 Paesi del mondo con oltre 120 mila fedeli hanno partecipato, domenica 4 settembre in piazza San Pietro, alla canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta. Papa Giovanni Paolo II, legato a lei da una lunga amicizia, avviò il processo di beatificazione già nel 1999, 2 anni dopo il trapasso, con una deroga dal termine minimo di 5 anni prescritto dalle leggi Vaticane. Lo scorso dicembre, poi, l’attuale Papa Bergoglio ha confermato i criteri formali per la canonizzazione e riconoscimento della figura di santa.

Ed oggi è ufficiale: la “piccola matita nelle mani di Dio” – così amava definirsi – beatificata da Papa Giovani Paolo II nel 2003, è finalmente Santa!

Emblematica la data scelta per la cerimonia: la vigilia del 19° anniversario della scomparsa della religiosa, nonché giorno in cui si celebra il giubileo dei volontari e degli operatori di Misericordia. Un modo, forse, perché Madre Teresa di Calcutta potesse esserci più vicina. E probabilmente così è stato, a giudicare dalla palpabile emozione di tutti i presenti tra bandierine riportanti immagini dalla neo Santa su un fondo azzurro, il colore di bordatura del sari bianco che contraddistingue l’ordine delle suore da lei fondato in India.  In questo scenario suggestivo Papa Francesco ha pronunciato in latino la formula di canonizzazione e iscritto nell’albo dei santi la religiosa albanese. Gli scroscianti applausi a seguire testimoniano come tutti abbiano in qualche modo avvertito nei loro cuori la potenza spirituale di Madre Teresa, al secolo Gonxha Agnes Bojaxhiu, mentre il diacono ne incensava le reliquie.

Con lo stesso senso di partecipazione Bergoglio ha poi pronunciato una fantastica omelia, ricca di spunti e riflessioni: «Non esiste alternativa alla carità: quanti si pongono al servizio dei fratelli, benché non lo sappiano, sono coloro che amano Dio. La vita cristiana, tuttavia – ha chiarito il Papa – non è un semplice aiuto che viene fornito nel momento del bisogno. Se fosse così sarebbe certo un bel sentimento di umana solidarietà che suscita un beneficio immediato, ma sarebbe sterile perché senza radici. L’impegno che il Signore chiede, al contrario, è quello di una vocazione alla carità con la quale ogni discepolo di Cristo mette al suo servizio la propria vita, per crescere ogni giorno nell’amore».

Il Papa ha poi ribadito come Madre Teresa durante la sua vita, e non solo, abbia «fatto sentire la sua voce ai potenti della terra perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini della povertà da loro stessi creata. In tutta la sua esistenza è stata generosa dispensatrice della misericordia divina, rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonata e scartata. Si è impegnata in difesa della vita proclamando incessantemente che “chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero”. Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva dato loro».

Bergoglio ha infine aggiunto: «avremo difficoltà nel chiamarla santa Teresa; la sua santità è tanto vicina a noi, tanto tenera e feconda che spontaneamente continueremo a dirle “madre Teresa”».

Così Papa Francesco ha dato prova di saper cogliere appieno il senso delle parole e dei gesti della suora dei poveri, degli ultimi”. E, in questa giornata speciale, si è fatto portavoce del messaggio di madre Teresa anche materialmente: un pranzo a base di pizza condiviso con 1500 fra gli “ultimi”, servito da oltre 250 suore della neo Santa, 50 fratelli della Congregazione maschile e tanti volontari.