NICOLA WALTER PALMIERI: LA FOLLIA DELLA FINANZA

Accade alla luce del sole

PRINCIPIA BRUNA ROSCO – 03.07.2012

Il libroOggi martedì 3 luglio 2012 alle ore 19.45 nel Salone Radetzky del Circolo di Presidio dell’Esercito Lombardia, via Brera 15, Milano – verrà presentato uno dei libri più interessanti che sia stato pubblicato: La Follia della Finanza di Nicola Walter Palmieri – Ed. CEDAM.

L’autore di questo stimolante libro e di altri svariati testi, dotato di rigore-lucido e nastri di follia, studioso con grandi capacità intellettuali, descrive l’alta finanza che non potrà mai essere fermata con le sole norme di comportamento, c’è un solo mezzo per tenerla in confini ragionevoli: applicare misure che rendano impossibile l’intervento manuale di chi vuole trasgredire.

Dopo aver letto il libro di Palmieri, è stato inaspettato e avvincente il mio interesse  nell’apprendere un argomento finora da me ignorato, attraverso gli insegnamenti che esso contiene, ho cominciato a capire il Mondo complesso della finanza, perciò, mi è venuto il desiderio di intervistare questo personaggio così importante. L’ho incontrato al Circolo Ufficiali, l’atmosfera era impalpabile, decisamente particolare, visto che eravamo circondati da Grandi Ufficiali. Palmieri aveva uno sguardo al futuro, la sua energia esprimeva l’intelletto e indicava il senso di una visione globale del mondo.

Prof. Palmieri, Le dispiace descrivermi gli eccessi della finanza? «Con i mezzi di operatività istantanea, gli eccessi della finanza – che hanno avuto inizio negli Stati Uniti d’America – hanno invaso il mondo intero, portando fantastici profitti ad alcuni, perdite enormi ad altri».

E’ stata dissipata grande ricchezza? «Certamente. Quando, nel 2008, è scoppiata la crisi, gli Stati che non avevano preso tempestive e appropriate misure per bloccare gli eccessi, si sono trovati a dovere scegliere fra il concedere fondi di salvataggio a banche, società di assicurazioni, industrie che si erano ingrandite a dismisura (erano diventate too big to fail); o lasciarle fallire, con danno inestimabile per la collettività – permettendo all’economia di mercato di svolgere correttamente il suo ruolo».

Per quale soluzione optarono? «Optarono per la prima soluzione, con significativo aggravamento delle loro finanze. Le difficoltà della finanza privata si sono sovrapposte a quelle della finanza pubblica, già in stato precario per altre ragioni».

A quanto ammontò il loro debito? «Gli Stati Uniti d’America si trovano oggi con un debito di quasi 16.000 miliardi di dollari, di cui un terzo dovuto a Stati stranieri (maggiori creditori sono Cina e Giappone)».

Ma questo non ha rappresentato una minaccia per il Paese? «Sì. Purtroppo! Questo ha rappresentato una grave minaccia per la sicurezza del Paese e potrebbe causare reazioni devastanti.

Già due volte, nel secolo passato, gli USA hanno risolto unilateralmente le loro crisi (nel 1933 e nel 1971) ricorrendo al Trading with the Enemy Act of 1917».

Il Mondo come ha risposto a questa minaccia? «Il mondo non rispose con ritorsioni».

Gli Stati Uniti lo faranno di nuovo per uscire dalla presente crisi finanziaria che li sta soffocando? «Seguirà un ritorno a devastanti protezionismi, ci sarà il confronto violento – currency wars, o più in generale, finance wars – con la distruzione delle valute di alcuni grandi Stati».

Con quali conseguenze? «Con la distruzione degli Stati sconfitti sul campo finanziario. Gli Stati Uniti d’America dimostrano di avere riconosciuto il potenziale di devastante impatto che la finanza può avere su aspetti strategici di vitale importanza per il Paese. Nel 2009, il Pentagono ha condotto una “manovra militare” su un possibile grande scontro di valute; l’Ammiraglio Dennis Blair – al tempo direttore dei servizi di informazione interna, nel 2009 – parlò dell’insidia alla sicurezza nazionale rappresentata dalla crisi finanziaria globale; un analista finanziario, James Rickard scrisse un libro, nel 2010, sullo scontro delle valute. E le nuove sanzioni contro l’Iran usano la valuta – il dollaro – per ottenere fini politici, una scelta che potrebbe essere più efficace dell’uso di armi tradizionali. L’uso della finanza per bloccare una significativa parte delle vendite di petrolio cela però grandi incognite per i mercati dell’energia e l’economia internazionale, in un momento precario della sua ripresa».

Quali danni hanno causato gli effetti? «Gli eccessi della finanza causarono gravi danni all’economia, la sovrapposizione di queste perdite a quelle continuamente in aumento causate da spesa pubblica fuori controllo e tenore di vita ingiustificatamente elevato, sono i temi di questo libro, insieme con la proposta di misure correttive strutturali che potrebbero invertire la spirale distruttiva: gli economisti ne parlano diffusamente, ma chi potrebbe agire finora non lo ha fatto. Se lo si facesse, tecnologie d’avanguardia potrebbero far sì che le nuove norme non venissero eluse».

Come si potrebbe intervenire? «La tecnologia è capace di farlo, non ha limiti. La domanda, proposta in questo scritto, è se si troveranno legislatori fermi e illuminati che siano disposti a intervenire con determinazione e abbiano il supporto necessario per introdurre quelle misure di struttura che lo stato acuto della crisi richiede».

A questo punto, mi sembra giusto che il lettore sappia qualcosa in più di Nicola Walter Palmieri:

Ha frequentato la scuola secondaria a Innsbruck (Austria) e a Napoli. Nel 1955, ammesso all’Accademia Aeronautica (Nisida) da Allievo Ufficiale Pilota, ha frequentato il Corso Pegaso II. E’ in possesso dei brevetti USA e Canadese di pilota commerciale, mono e plurimotori, high-performance con abilitazione strumentale in corso di validità. Successivamente ha conseguito la laurea in giurisprudenza all’Università di Bologna, e altri diplomi alla McGill University di Montreal (Bachelor of Laws, LL.B.; Bachelor of Civil Law, B.C.L.; Master of Laws, LL.M.; Doctor of Civil Law, D.C.L.) e ha seguito un progetto speciale di ricerca al Max-Planck-Institut di Amburgo. Ha esercitato la professione legale a Milano, ed attualmente è ammesso agli Albi degli avvocati di Montreal e New York (e all’Albo speciale della United States Supreme Court). E’ stato per molti anni responsabile della funzione legale della BASF Corporation (in USA) e, più recentemente, di Montedison; attualmente fa parte del CdA ed è il responsabile legale di Parmalat. Ha insegnato materie giuridiche alle Università di Montreal e di Modena/Reggio Emilia, e ha pubblicato numerosi libri e articoli su temi giuridici. Nel 1981 gli è stata conferita l’onorificenza al merito della Repubblica Federale Tedesca (Bundesverdienstkreuz Erster Klasse). E’ socio UNUCI con il grado di Primo Capitano in congedo dell’Aeronautica Militare.

Infine, affermo che il libro di Palmieri è, sostanzialmente, un attento studio che traccia un quadro obiettivo sulla Finanza Internazionale e di come – follemente – tutto avviene sotto gli occhi di tutti.