“SULLA NOSTRA PELLE”

Artisti torinesi per le vittime della Thyssenkrupp si esibiranno venerdì 4 Dicembre alle ore 21 al  Teatro della Concordia di Venaria Reale

Fabio Terranova, 23.11.2015

TORINO – Era la notte tra il 5 ed il 6 dicembre del 2007 quando, poco dopo l’una, una perdita d’olio presso la linea 5 dell’acciaieria Thyssen di Torino, in Corso Regina Margherita. prende fuoco investendo 7 operai.

Quattro ore dopo, in ospedale, il primo operaio ad andarsene sotto il peso incessante delle ustioni è Antonio Schiavone. Verrà seguito dagli altri 6 operai nei giorni successivi: si chiamavano Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino.

Questo tragico evento all’epoca accese i riflettori sul fenomeno della scarsa sicurezza sul lavoro in quanto l’azienda Thyssenkrupp venne processata per l’accaduto attraverso un impianto accusatorio basato sulla testimonianza dei superstiti e testimoni oculari. Quello che ne emerse fu sconcertante, come il fatto che dei 32 estintori dellalinea 5 nemmeno uno fosse in regola perché scarichi o malfunzionanti.

Tra le testimonianze più importanti quelle di Antonio Boccuzzi, l’unico degli operai presenti sul luogo dell’incendio sopravvissuto perché protetto da un mulinello e Giovanni Pignalosa, anch’egli operaio del turno di notte e che quell’inferno lo vide da vicino. Entrambi erano presenti lo scorso venerdì 20 novembre alla conferenza tenutasi presso la Sala Stampa del Palazzo della Regione in Piazza Castello 165 a Torino, per la presentazione dell’evento“Sulla nostra pelle. Artisti torinesi per le vittime della Thyssenkrupp”,promosso dalle associazioni Lab22onthedancefloor e Il Laboratorio – C.T.M., in collaborazione con Arci Valle Susa, il patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino e Città di Collegno, Fondazione Via Maestra e Città di Venaria Reale e con la speciale collaborazione di Ezio Mauro e La Repubblica. Si tratta di un’opera teatrale che verrà interpretata presso il Teatro della Concordia di Venaria Venerdì 4 dicembre 2015 alle ore 21:00 – biglietto acquistabile a 15 euro intero e 10 ridotto all’indirizzo www.vivaticket.it– volta a ricordare proprio quella tragica notte del 2007.

L’Ideatore di questa rappresentazione non poteva essere migliore, proprio Pignalosa. L’opera teatrale è infatti il frutto dei suoi ricordi affidati alla penna di Ezio Mauro e destinati alle pagine di La Repubblica in Gli operai di Torino diventati invisibili; i resoconti puntuali sulla macchina Thyssen e sui volti che l’hanno popolata, con le testimonianze toccanti dei parenti delle vittime raccolte in L’Inferno della classe operaia, di Diego Novelli; la voce e i testi di Giulio Cavalli e Paolo Montaldo, le interpretazioni di Chiara Bosco, Vincenzo Galante, Pietro Orlando, Fabio Ferrari, nonché le sinestesie che al contempo nascono grazie ai movimenti del corpo di danza Lab22onthedancefloor, Feel Good, NW e ai suoni di artisti torinesi (saranno previste, fra le altre, musiche di Subsonica – rappresentati dell’arpa di Cecilia – Franti, Levante, Diecicento35, Olla, SICA, Malecorde, Niagara). Una compenetrazione di artisti e talenti volta, negli intenti di Pignalosa, a massimizzare una nobile opera di sensibilizzazione al tema della sicurezza sul lavoro per dire basta alle morti bianche rileggendo i fatti di Torino dalla prospettiva di chi, “sulla propria pelle” ha vissuto la notte buia di otto anni fa e i tragici giorni che l’hanno seguita.

 È esattamente in quest’ottica che si sono svolti, durante la conferenza, i vari interventi dei presenti al tavolo: oltre lo stesso Pignalosa,  i registi Lorenzo Siviero e Serena Ferrari; Claudio Ferrari, Presidente di Lab22onthedancefloor, gli Onorevoli – e suddetto testimone diretto – Antonio Boccuzzi, Umberto D’Ottavio e Laura Castelli, Camera dei Deputati; Gianna Pentenero, Assessorato al Lavoro, Istruzione e Formazione Professionale; Barbara Cervetti, Consigliere alla Cultura, Turismo, Sport e Politiche giovanili per la Città metropolitana di Torino; Francesco Casciano, Sindaco Città di Collegno, Roberto Falcone, Sindaco Città di Venaria. In sala anche Silvana Accossato, Consiglio Regionale del Piemonte e Mirco Repetto, Direttore della Fondazione Via Maestra, Teatro della Concordia di Venaria Reale.

Gli interventi più toccanti sono stati sicuramente quelli dei 2 protagonisti che affrontarono quell’orrore in prima persona, Pignalosa e Boccuzzi, vicini al tavolo come se non avessero mai smesso di essere colleghi: «Abbiamo vissuto insieme in quegli stessi anni la fine della storia della Thyssen – commenta l’Onorevole Boccuzzi – e i nostri amici sono morti in un’azienda già agonizzante. Perdere la vita sul lavoro, in un posto che già non esiste più, genera una rabbia e una tristezza ancora più forti. L’emergenza morti sul lavoro non si spegne, le percentuali sono diminuite solo per via della crisi». «Per me e Antoniocontinua Pignalosa il ricordo delle urla di Schiavone rimane indelebile. Un urlo così non l’ho mai più sentito, né potrei mai riproporlo. Per questo non smetterò mai di fare appello alle Istituzioni affinché, proprio in una continua attività di sensibilizzazione e informazione, si possa dire “stop” a tutto questo, esattamente come esplicita la mano in primo piano nella locandina. Perché delle urla così non si odano mai più».

Molto forti anche le parole degli altri conferenzieri a partire dal monito di Siviero a non dimenticare quella notte infernale perché il tragico epilogo di quei 7 operai possa non essere invano, rammentando la necessità di un’attenzione sulla realtà, ancora tristemente attuale, delle morti bianche: «Giovanni Pignalosa ci ha regalato una grande opportunità sottoponendoci la sua idea, insieme ai suoi ricordi e ai suoi racconti. Lo scopo fondamentale di tutto il nostro lavoro rimane quello di emozionare le persone facendo in modo che i concetti che stanno alla base di una storia comune e condivisa rimangano sempre impressi nella mente e nella coscienza di chi li percepisce. In questo il ruolo dell’Arte e degli artisti che da subito, con entusiasmo e sensibilità, hanno aderito al progetto, è fondamentale». Una riflessione quest’ultima su cui si sofferma anche Serena Ferrari per la quale non sarebbe stata possibile la realizzazione dell’opera teatrale senza l’assiduo e appassionato impegno dello staff tra musicisti, ballerini e attori che hanno collaborato all’iniziativa, definita «come un passaggio culturale importante» dall’Assessore Pentenero. Nota infatti quanto l’opera sia una vera e propria cronaca trasposta a livello culturale e informazionale in cui «l’Arte che si presta al ricordo tiene vivi i pensieri del singolo, ma contribuisce anche a chiamare in causa il cittadino radicato nel territorio». Concetto con cui concorda Claudio Ferrari per cui è fondamentale che «le istituzioni sappiano quanto sia basilare intervenire in maniera forte perché i nostri ragazzi abbiano un futuro migliore di quello che purtroppo oggi gli possiamo offrire. Lavoriamo… lavorate per i nostri ragazzi». Le medesime tematiche di cultura e sicurezza sul lavoro sono state affrontate anche da Casciano, D’ottavio, Castelli e Cervetti.

«Si comincia a fare attività sul territorio – commenta a fine conferenza Mirco Repetto attraverso la sinergia di temi e arti; per questo ho accolto con entusiasmo la proposta di Lorenzo e Serena, e metterò a disposizione del progetto il Teatro della Concordia di Venaria Reale».

Ecco quindi come la forza dirompente delle parole usate già solo durante questa conferenza di presentazione mostri la forte volontà di rammentarci cosa significhi un evento come quello della Thyssenkrupp. Questo dà la speranza – che per molti sarà anche una certezza – che Sulla nostra pelle adempierà perfettamente allo scopo di sensibilizzare l’argomento delle morti bianche proprio perché svolto in assoluta sinergia tra artisti, associazioni, istituzioni e testimoni oculari. Un clima di perfetta collaborazione a tutti i livelli amaramente insegnato con tutta probabilità proprio quella terribile notte da quei 7 operai che l’uno dopo l’altro offrirono il loro definitivo contributo con un sacrificio atto a dirci «Se dobbiamo cambiare qualcosa lo faremo tutti insieme… anche a costo di pagarlo “sulla nostra pelle”».

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