UNA NUOVA BEATA: SUOR NEMESIA VALLE, MODELLO DI VITA …NELLA BONTÀ PER TUTTI

Di origini valdostane,  a 19 anni risponde alla chiamata di Dio ed entra nel Monastero di Vercelli

MAGGIO 2004

GIANNI FERRARO

ROMA – «Lo stupore degli apostoli dinanzi ai prodigi di Gesù è il nostro stupore dinanzi alle meraviglie che Iddio compie nel cuore di quanti confidano in lui». Così Sua Santità Giovanni Paolo II ha dato inizio alla solenne celebrazione eucaristica svoltasi in Piazza San Pietro, domenica 24 aprile 2004, per la proclamazione di sei nuovi beati.

«Sono esempi eloquenti di come il Signore trasformi l’esistenza dei credenti, quando ci si fida di Lui», dice il Santo Padre nel presentare all’onore degli altari il presbitero Augusto Czartoryski, le quattro religiose Laura Montoya, Maria Guadalupe Garsia Zavala, Nemesia Valle, Eusebia Palomino Yenes e la laica Alexandrina Maria da Costa.

Tra queste particolari figure di religiosità femminile spicca una donna italiana, suor Nemesia al secolo Giulia Valle, nata ad Aosta nel 1847 e morta a Borgaro, piccolo paese attiguo a Torino, nel 1916. Una santità luminosa, protesa alle alte vette della perfezione evangelica che si traduce nei semplici gesti della vita quotidiana interamente spesa per Dio, è l’esempio che ci lascia questa nuova beata molto vicina a noi.

Segnata fin dall’infanzia da una dolorosa prova per la perdita della mamma all’età di soli quattro anni, viene cresciuta dai nonni materni nella casa di Donnas e all’età di undici anni viene mandata in Francia a Becancon in un pensionato tenuto dalle Suore di Carità di Santa Giovanna Antida Thouret per completare la sua istruzione. Dopo cinque anni Giulia ritorna nella sua valle ma nuove sofferenze l’attendono per la situazione familiare tesa, dove la convivenza non è facile, con il papà che si è risposato e il fratello minore che si allontana da casa e non si saprà più nulla di lui.

A Pont San Martin proprio in quel periodo si erano stabilite le Suore della Carità e Giulia ritrova così le sue maestre di Becancon che l’aiutano e l’incoraggiano. Osserva il loro stile di vita donato a Dio e agli altri e sceglie di essere una di loro: a 19 anni dice “sì” alla chiamata del Signore ed entra come novizia nel Monastero Santa Margherita di Vercelli, attualmente casa provinciale delle Suore di Carità.

Per lei inizia una nuova vita nella pace e nella gioia in relazione profonda con Dio per conoscere sé stessa e la missione della comunità. Ogni giorno scopre quello che deve perdere o acquistare: «Gesù spogliami di me, rivestimi di te. Gesù per Te vivo, per Te muoio….» è la preghiera che accompagnerà i passi della sua vita. Al termine del noviziato assume il nome di un martire romano dei primi secoli, Nemesia, per testimoniare anche con il nome il programma della sua vita: il suo amore a Gesù fino in fondo, a qualunque costo, per sempre.
Inviata a Tortona all’Istituto San Vincenzo svolge per 36 anni un intenso apostolato mirato all’attività d’insegnamento nelle scuole elementari e superiori dedicandosi in particolare alla formazione delle giovani nella scuola e nell’orfanotrofio gestiti dalle suore. Esperta educatrice, madre tenera delle orfane e guida della sua comunità, suor Nemesia si consuma totalmente per il prossimo: è sempre presente dove c’è un lavoro umile da svolgere, una sofferenza da alleviare, dove un disagio impedisce relazioni serene, dove fatica, dolore e povertà limitano la vita. Una sola voce si diffonde e riempie tutte le case: “Oh, il cuore di suor Nemesia!”

Nel 1903 viene trasferita a Borgaro Torinese per occuparsi del nascente noviziato della congregazione e dal suo esempio con la sua umiltà di vita, la sua comprensione e la sua tenerezza le novizie imparano a vedere il vero volto di Gesù nei poveri, negli emarginati e nei sofferenti per mettersi al loro servizio.

La sua morte all’età di soli 69 anni molte sono le grazie di conversione, di liberazioni spirituali, di guarigioni anche fisiche ottenute per sua intercessione: tra queste la guarigione miracolosa della consorella suor Luisa Ferrero nel 1993, che ha dato così inizio al processo di beatificazione conclusosi con la proclamazione solenne di Sua Santità Giovanni Paolo II. «Manifestare l’amore di Dio ai piccoli, ai poveri, ad ogni uomo in ogni parte della terra – ci ricorda il Santo Padre nell’omelia – è stato l’impegno della beata Nemesia Valle nel corso di tutta la sua esistenza». Nemesia non ha girato il mondo come i grandi del nostro tempo, non ha compiuto prodigi… ma la sua testimonianza è una perla preziosa per la chiesa di ieri e di oggi: è un modello per chi vuole camminare con Cristo nell’umile quotidianità della vita.

Ancora oggi la nuova beata continua a ripetere a noi tutti: «La Santità non consiste nel fare molte cose o nel farne di grandi…Santo è chi si consuma al proprio posto ogni giorno, per il Signore». Il percorso dell’intera sua vita, caratterizzata dalla carità e dalla dolcezza, è permeato da un gran segreto prezioso: comprendere tutti, perdonare sempre ed essere buoni ad ogni costo per camminare sui sentieri di Dio.