LINGUA MADRE: UN MOSAICO DI VOLTI, SGUARDI, DONNE

Successo al Circolo dei Lettori per il Concorso letterario internazionale

FLORIANA BENEGIAMO, 15.11.2014                                      FOTOGALLERY

TORINO – Quando la scrittrice e filosofa francese Simone De Beauvoir diede alla luce “Il secondo sesso” un lungo saggio, in cui decise di raccontare  la condizione femminile tra passato e presente, i benpensanti dell’epoca – siamo nel 1949 – gridarono allo scandalo per l’audacia delle concezioni e delle rivendicazioni,  implicite in affermazioni come “Donne non si nasce, lo si diventa”.

Sulla scia del pensiero di Simone de Beauvoir di donne, nel senso più vero del termine, si è parlato l’11 Novembre al Circolo Dei Lettori di Torino, per la presentazione del volume “Lingua Madre Duemilaquattordici – racconti di donne straniere in Italia.”, antologia degli scritti selezionati per la IX edizione del Concorso letterario Nazionale di Lingua Madre. Tra questiha avuto il massimo riconoscimento l’opera “Blu Notte”  della giovane serba Dragana Nikolic.

Lingua Madre è un progetto nato nel 2005 dall’idea della giornalista e scrittrice Daniela Finocchi che  ha concepito e realizzato un  collage di mondi, immaginari e culture tutto al femminile. Un concorso reso possibile grazie ai patrocini del “Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo”, della “Rappresentanza in Italia della Commissione Europea”, di “Pubblicità Progresso”, della “Expo milano 2015” e di “We women for Expo”, e che gode del sostegno del “Salone Internazionale Del Libro”, in collaborazione con l’Assessorato alla cultura e con la Consulta femminile del consiglio della Regione Piemonte.

 Il Concorso si rivolge a tutte le donne straniere, di qualsiasi età e provenienza residenti in Italia, che attraverso la loro “nuova” lingua, l’italiano, vogliono raccontarsi e approfondire un rapporto-scambio tra la propria identità e il mondo “altro”. I racconti di queste donne si intrecciano fra loro, così come le loro strade diverse e difficili ma con un comune filo conduttore che è quella forza e quel desiderio di non arrendersi, di non cedere ai luoghi comuni, di non farsi vincere dall’accidentalità delle cose e delle situazioni. Le loro storie diventano come una tavolozza di colori, in cui ognuno immergendosi può ritrovare un po’ se stesso senza rinnegare le proprie origini, ma aggiungendo una sfumatura in più alla propria storia.

Prestigiose figure del mondo della cultura piemontese hanno partecipato a questo evento dalle tinte rosee, come Antonella Parigi (Assessore alla cultura e al turismo della regione Piemonte e già direttrice del Circolo dei Lettori) che riconosce a questo progetto il merito di creare una comune identità per tutte quelle donne che hanno difficoltà a riconoscersi nel loro nuovo contesto, e Maria Agnese Vercellotti Moffa (Presidente della Consulta femminile regionale del Piemonte) che  interpreta questo libro come la conclusione di un cammino di crescita per queste donne. Importante anche l’intervento di Ernesto Ferrero, direttore del “Salone Internazionale Del Libro”, che  esordisce affermando che “Le donne potrebbero salvare il mondo  se si considera il fatto che la scrittura e la lettura  sono un fenomeno tendenzialmente femminile”. A fare da cornice una formidabile interpretazione dell’attrice e regista Laura Malaterra che ha letto alcune pagine dei racconti finalisti di questa edizione 2014.

L’evento di Lingua madre  suona quindi come conferma di quella solidarietà, di quella sinergia speciale che accomuna tutte le donne. Donne che, indipendentemente dal colore della loro pelle o dai vestiti che indossano, finiscono per ritrovarsi nella vita di tutti i giorni, nei gesti quotidiani, nei sentimenti più comuni rafforzando quella speranza nei confronti della vita  che in fondo le unisce.

In un momento così difficile per la società italiana e non solo,   diventa quasi un obbligo morale difendere la cultura, intesa come base costitutiva del nostro modello di convivenza civile, della possibilità di vivere come una comunità armoniosa e pacifica. Perché solo dove si affermano i concetti di comunanza e condivisione sarà possibile instaurare relazioni costruttive fra differenti persone, etnie, gruppi sociali.

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Fotogallery di Carlo Cretella

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